Associazione Veneta per lo Sviluppo Sostenibile

Il diritto del lavoro e la contrattazione collettiva alla prova dell’emergenza climatica per vincere la sfida della sostenibilità

Il diritto del lavoro e la contrattazione collettiva alla prova dell’emergenza climatica per vincere la sfida della sostenibilità

Una delle funzioni storiche del diritto è stata bilanciare gli interessi in gioco nel mondo del lavoro e della produzione, e nello specifico fra le esigenze delle imprese e quelle della tutela del lavoro, avendo riguardo all’obiettivo della giustizia sociale.

Tiziano Treu

Gli appunti di Giorgio Santini. Nella più recente newsletter dell’associazione, Il presidente di AsVeSS ci guida all’interno del quaderno “Il diritto del lavoro e il ruolo della contrattazione collettiva per lo sviluppo sostenibile” curato da Asvis.

Lo svolgimento delle funzioni del diritto del lavoro e la contrattazione collettiva ha risentito, nei decenni passati e soprattutto negli ultimi anni, delle forti trasformazioni intervenute nel contesto economico e sociale oltreché nelle scelte degli attori quali parti sociali-imprese-lavoratori-istituzioni pubbliche.

Le due transizioni gemelle, digitale e ecologica, hanno introdotto una discontinuità senza precedenti non solo nel contesto ma negli obiettivi, nelle strutture e nelle condizioni di attività dei lavoratori e soprattutto delle imprese:

Le implicazioni della transizione ecologica e della sostenibilità ambientale mettono alla prova gli istituti tradizionali del diritto e delle politiche del lavoro condizionando fortemente gli stessi orientamenti delle parti sociali.

L’emergenza ecologica – di cui quella climatica è solo una delle molteplici manifestazioni – è il fattore più sconvolgente legato ad una emergenza scientificamente conclamata.
È d’obbligo una forte azione collettiva per la tutela dell’ambiente con un cambio di passo in termini di efficacia degli obiettivi, dei processi decisionali pubblici e privati e degli stessi modelli di sviluppo economico e sociale.

Giorgio Santini

L’ambiente va difeso dal collasso degli ecosistemi e dal permanente rischio rischio di una vera e propria emergenza ecologica, vere e proprie minacce esistenziali per l’umanità intera. La minaccia della violazione dei limiti planetari a causa dell’azione dell’uomo è stata recepita dalle istituzioni nazionali ed europee con una serie sempre più ampia di normative e politiche per favorire e rafforzare la sostenibilità nei luoghi di lavoro.

Un livello elevato di tutela dell’ambiente e il miglioramento della sua qualità devono essere integrati nelle politiche dell’Unione e garantiti conformemente al principio dello sviluppo sostenibile.

Articolo 37, Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea

Un vero e proprio salto di qualità si è’ verificato con la costituzionalizzazione dell’ambiente come diritto previsto dall’ Articolo 37 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea secondo cui la protezione e il miglioramento dell’ambiente deve essere integrato nelle politiche europee in coerenza con il principio dello sviluppo sostenibile, recepito anche dalla decisione della Corte Costituzionale italiana n.641/87.

Più recentemente nel 2022 in Italia è’ stato modificato l’Articolo 9 della Costituzione, prevedendo esplicitamente che la Repubblica «Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione. Tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni».

Le resistenze alcambiamento sono particolarmente forti e diffuse perché gli obiettivi di sostenibilità ambientale contrastano con prassi produttive, abitudini di consumo e categorie concettuali consolidatesi nella storia del nostro sviluppo.

Tiziano Treu

Con queste decisioni si va rafforzando un nuovo principio regolatore secondo cui il bilanciamento non è più da ricercarsi solo tra il capitale e il lavoro ma tra il capitale, il lavoro e la natura.

La realtà del sistema economico, produttivo e lavorativo è tuttavia ancora lontana da ciò che prevede il nuovo dettato costituzionale. Per questo motivo le imprese dovranno dar vita ad un vero e proprio salto di qualità per rendere effettiva la tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori nelle diverse realtà del sistema economico.

Il Parlamento e il Governo dovranno garantire l’effettiva realizzazione delle misure di prevenzione e di tutela del lavoro, garantendo innanzitutto una formazione continua ai lavoratori e agli imprenditori sulla prevenzione dei rischi e sul rigoroso rispetto delle normative in materia di sicurezza.

Un ruolo fondamentale in questo contesto dovrà essere assunto dalla contrattazione collettiva a livello nazionale ma ancor di più nella contrattazione decentrata con la rendicontazione delle imprese come vettori strategici dello sviluppo sostenibile e con l’assunzione degli obiettivi dell’agenda 2030 sulla qualità dell’occupazione, la sicurezza sui luoghi di lavoro, la effettiva parità sul lavoro e sui salari tra donne e uomini e l’economia circolare.

Il contributo delle parti sociali può giovarsi di una rinnovata concezione e pratica della partecipazione, cioè di un’interazione coinvolgente nelle vicende delle imprese fra rappresentanti dei lavoratori e management aziendale, con le loro conoscenze ed esperienze. Se la sostenibilità non è più solo un elemento esterno condizionante le attività aziendali, ma un suo parametro fondamentale, anche la partecipazione deve interiorizzare gli obiettivi, i contenuti e il linguaggio necessari a renderla perseguibile.

Tiziano Treu

Su questi temi, delle trasformazioni in atto nel mondo del lavoro, AsVeSS ha avviato una riflessione e un confronto insieme con alcune associazioni datoriali e organizzazioni sindacali della piccola e microimpresa con la realizzazione di un importante percorso formativo per diffondere ed estendere la cultura e la pratica della sostenibilità sociale nei luoghi di lavoro e nella società.