Mappe, continua il racconto del Veneto sostenibile con i dati di AsVeSS
A pochi giorni dalla presentazione del primo Rapporto di posizionamento del territorio della provincia di Padova rispetto agli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 finanziato dalla Camera di Commercio di Padova e curato da AsVeSS, riprendono le pubblicazioni dei migliori articoli del mensile Mappe, realizzato da la Difesa del popolo.
Proprio in questo numero, uscito lo scorso mese di novembre, i giornalisti del giornale padovano hanno avuto modo di studiare in anteprima i contenuti del Rapporto e di analizzare alcuni dei principali goal, intervistando esperti, politici e docenti.
«Abbiamo ritenuto questo il momento per cominciare a misurare concretamente le azioni avviate a livello territoriale per capire se stiamo andando, e a che velocità, verso un percorso sostenibile, quali sono i punti di forza e le criticità – ha spiegato Matteo Mascia, coordinatore AsVeSS, intervistato da Giovanni Sgobba – A livello nazionale è quello che ha iniziato a fare l’ASviS, ci pareva importante elaborare una serie di riflessioni e indagini per capire meglio Padova e il Veneto»
Seguendo il Rapporto anche Mappe si cala nella realtà, approfondendo il rapporto dei padovani con le energie rinnovabili.
«Il tasso di crescita è basso ma il valore assoluto non è così basso nel Veneto, se guardiamo all’installato per abitante – commenta Arturo Lorenzoni, docente di economia dell’energia all’Università di Padova e consigliere regionale di minoranza, intervistato da Gianluca Salmaso – Il Veneto non è messo poi così male e anche Padova è una provincia che ha una buona installazione. È più difficile migliorare quando si è già a un buon livello».
Ne emerge un quadro articolato, tra risultati positivi e carenze da colmare specie nel sociale dove la situazione dei giovani si divide tra buoni livelli di occupazione e la crescita del fenomeno Neet.
«Come mai abbiamo una quota così significativa di giovani che non studiano e non lavorano in un contesto in cui le imprese dicono che non riescono a trovare lavoratori? – chiarisce Silvia Oliva, docente all’Università di Padova, intervistata da Donatella Gasperi – L’incoerenza tra questi dati ci dice del mancato utilizzo del potenziale di persone e competenze che abbiamo in questo territorio con anche l’occupazione femminile insufficiente e con 20 punti di differenza rispetto agli uomini. In Veneto non possiamo certo dire che le donne non partecipino a corsi di formazione perché tutti i dati sulla formazione terziaria dicono che la presenza di laureati donne e uomini è paritaria e che anzi nelle università abbiamo una quota più elevata di donne».
Nel giornale c’è anche spazio per affrontare i temi della cementificazione del territorio, del sovraffollamento carcerario senza dimenticare l’inquinamento atmosferico e il rapporto dei padovani con la raccolta differenziata.
Argomenti e approcci diversi, certo, ma tessere uniche e indispensabili per completare il mosaico di una Città e di una Provincia che si approcciano senza riserve agli obiettivi dell’Agenda 2030.