Europa, futuro prossimo
A pochi giorni dalle ultime elezioni europee, c’è un dato di fatto da cui bisogna cominciare per iniziare a interpretare questa stagione politica: tutti gli atti del Consiglio Europeo – anche quelli usciti da Cop 28 – sono stati firmati dal nostro Governo, assumendo l’impegno di arrivare alla neutralità climatica entro il 2050.
Luigi Di Marco, relatore dell’incontro Quale futuro per l’Europa che AsVeSS e Fondazione Lanza hanno organizzato lo scorso 11 maggio, pur partendo da questa consapevolezza non nega come la nostra politica abbia bollato come “ideologico” il Green deal, chiudendolo sempre più in un cassetto.
«Perché dobbiamo farlo noi Europa che siamo i 6% rispetto alla Cina, all’India? O, ancor di più, perché dobbiamo farlo noi Italia che siamo l’1%?» sono le domande che si leggono spesso sulla stampa e che Di Marco, architetto e urbanista oltreché autore della rubrica Europa e Agenda 2030 per ASviS, «a queste domande invece dobbiamo rispondere “Intanto ognuno faccia la sua parte”».
Dietro a queste domande il rischio è che si celi una certa disinformazione o mis-informazione, capace di causare ritardi o cambi di obiettivi, ma specialmente di fomentare divisioni, paura e odio che finiscono per privare le persone di una parte della razionalità necessaria per compiere delle scelte.
I partiti e i loro programmi, dopo le elezioni
Alla vigilia delle elezioni, ASviS ha censito e riassunto le proposte dei principali schieramenti candidati alle elezioni, da destra a sinistra, dai conservatori ai Verdi.
Le tematiche evidenziate sono quelle legate alla sostenibilità ecologica, alla sostenibilità sociale passando per quella economica, digitale e istituzionale: un lavoro completo, utile prima del voto ma anche dopo per mantenere l’orientamento anche ad urne chiuse.
Le proposte di ASviS
ASviS ha formulato 7 proposte in vista delle elezioni, una guida alle buone politiche da attuare per un’Europa più sostenibile ma anche più equa e coraggiosa.
La scienza, oltre le ideologie
Sappiamo quali sono i problemi e come affrontarli, ricorda Di Marco: la transizione demografica, il lavoro, l’inclusione sociale, la formazione e le competenze sempre più necessarie senza dimenticare la difesa dell’ambiente e della biodiversità.
Queste non sono tematiche green & ideologiche ma sono frutto della scienza, come gli stress test per gli asset green delle banche compiuti per volontà della BCE che di sicuro non agisce per moda
«Abbiamo perciò la necessità di far crescere anche nei confronti dei Governi e delle associazioni economiche la consapevolezza e la volontà di uscire dall’idea che questi cambiamenti siano dettati dall’ideologia – continua Luigi Di Marco – La coerenza delle politiche, che dovrebbe essere la norma attraverso partecipazione, cultura e coerenza, non viene mai presa in considerazione né attuata e da qui dobbiamo ripartire». E per farlo bisogna continuare a studiare, rimanendo informati.