Stefanini, Asvis, alla Camera: sviluppo sostenibile in Costituzione è la strada giusta
ASviS, presentando la sua analisi sul Piano nazionale di ripresa e resilienza, ha evidenziato l’importanza di coinvolgere di più la società civile. Ribadita l’urgenza di inserire il concetto di sviluppo sostenibile nelle Carta. 21/6/21
“Lo sforzo del Piano è importante, ma rileviamo il fatto che non tiene conto dell’Agenda 2030, non basterà il Pnrr per raggiungere gli Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda”. Con queste parole è iniziata l’audizione del presidente e portavoce dell’ASviS Pierluigi Stefanini del 21 giugno presso le commissioni riunite Affari costituzionali e Ambiente della Camera dei Deputati in merito alla governance del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). L’intervento fa seguito all’iniziativa ASviS Live del 27 maggio, in cui è stato esposto, alla presenza, tra gli altri, delle ministre Dadone e Carfagna, il rapporto che fornisce una innovativa analisi del Pnrr grazie al contributo degli oltre 800 esperti della rete degli Aderenti all’Alleanza.
Stefanini , evidenziando punti di forza e di attenzione del Piano, ha sottolineato come la straordinaria occasione concessa dall’Unione europea debba anche tener conto nella sua concretizzazione dei target quantitativi dell’Agenda 2030. Sarà dunque necessario aggiornare la Strategia nazionale di sviluppo sostenibile, che verrà presentata all’Onu nel luglio del 2022.
Il presidente e portavoce dell’ASviS ha poi ribadito l’importanza di rafforzare il ruolo della Conferenza nazionale dello sviluppo sostenibile, nell’ottica di realizzare un confronto largo con tutti coloro che possono contribuire al raggiungimento dei 17 SGDs. Un ruolo decisivo lo deve svolgere la Pubblica amministrazione, che deve includere nelle sue rendicontazioni l’impatto sociale, ambientale e di governance (Esg), con l’obiettivo di portare lo Stato a rispondere ai requisiti di trasparenza. Non meno importante è la necessità di estendere alle imprese il reporting di sostenibilità, muovendosi nella direzione della recente direttiva Ue. Da aggiungere inoltre la rilevanza dell’allineamento delle imprese con la tassonomia europea relativa alla finanza sostenibile.
Dal punto di vista delle istituzioni di governo, Stefanini ha ribadito che l’Italia dovrebbe, attraverso un rafforzamento delle strutture della presidenza del Consiglio, responsabilizzare i vari ministeri affinché nelle loro rispettive competenze inseriscano azioni volte al raggiungimento degli Obiettivi dell’Agenda2030.
Ricordando il primo passaggio di modifica della Carta avvenuto al Senato il 19 maggio, Stefanini ha posto un accento significativo sull’urgenza di inserire il concetto di sviluppo sostenibile all’interno della Costituzione, evidenziando come rappresenti il modo più giusto per raggiungere il principio di giustizia intergenerazionale, base stessa dell’Agenda2030: “Il concetto di sviluppo sostenibile, diventato ora centrale, ci sembra una strada lungimirante, intelligente e giusta da perseguire, perché abbiamo il dovere di garantire alle future generazioni le stesse condizioni che abbiamo avuto noi”, ha affermato, per poi sottolineare “Il testo al Senato è stato importante ma insufficiente, ci auguriamo che la Camera possa colmare questo gap, inserendo lo ‘sviluppo sostenibile’, che nel tempo determinerà nel Paese – ne siamo convinti – quella consapevolezza necessaria per creare un futuro migliore”.
Stefanini ha poi ricordato l’importanza di perseguire due temi, chiave e trasversali nel Pnrr, all’interno di tutte le politiche: la parità di genere e la questione giovanile. .
Tra le proposte presentate, la predisposizione di una legge annuale per lo sviluppo sostenibile, che coincida con il Programma nazionale di riforme richiesto dal Semestre europeo, in quanto misura volta ad aiutare il Paese a verificare e a esaminare tutte le azioni che procedono verso la realizzazione degli Obiettivi dell’Agenda2030.
È stata inoltre sottolineata l’importanza di assumere l’obiettivo proposto dall’Agenda europea per le competenze, che ha implicazioni importanti sia per l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro che per l’introduzione di servizi di formazione permanenti.
Fondamentale anche elaborare una riforma universale del welfare che, alla luce della crisi prodotta dalla pandemia, risponda in modo più equo, inclusivo e adeguato a tutelare le persone più fragili.
Rispetto alla stesura stessa del Pnrr, l’Alleanza ha sottolineato la necessità di ridurre l’approccio a “silos” per andare verso una maggiore integrazione dei diversi temi, profondamente interdipendenti tra di loro. Inoltre, si è raccomandato di seguire il principio per cui l’implementazione di qualsiasi politica non implichi danni all’ambiente, come delineato nel Green deal e nel Pnrr, e non arrechi pregiudizio alle norme di sicurezza sul lavoro e di contrasto alla criminalità organizzata. Nelle sue conclusioni, Stefanini ha ribadito la necessità d’un confronto permanente con le parti economiche e sociali, con le organizzazioni della società civile e della cittadinanza attiva nell’obiettivo di compiere, nel breve tempo a disposizione, tutte gli interventi e le riforme di cui ha bisogno l’Italia. Solo un coinvolgimento largo e partecipato permetterà di mobilitare le risorse necessarie a vincere le sfide che il Paese deve affrontare. La necessità di instaurare un confronto continuo con le parti sociali è stata ribadita più volte dalla maggioranza degli Aderenti dell’Alleanza. Un esempio virtuoso illustrato durante la presentazione è quello della consulta istituita dal ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibile che struttura il coinvolgimento continuo di tutte le parti sociali. Ci si augura che questo tipo di modello venga adottato da tutti i ministeri.
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