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I 17 obiettivi per l’Agenda 2030 definiti da ONU, Organizzazione delle Nazioni Unite

Associazione Veneta per lo Sviluppo Sostenibile, AsVeSS

Promuoviamo la cultura della sostenibilità dello sviluppo secondo una visione integrata tra le diverse dimensioni ambientali, economiche e sociali. Esercitiamo, nelle forme più adeguate, azione di proposta, confronto e stimolo nei confronti delle istituzioni, dell’economia e della società nel suo insieme a livello territoriale e regionale per il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile. Lo facciamo mettendo in atto studi e attività utili allo scopo e favorendo la più ampia partecipazione.

I recenti aggiornamenti di questo sito

  • Il perseguimento di uno sviluppo territoriale sostenibile è un obiettivo che vede una positiva sinergia tra istituzioni, enti locali e imprese che hanno intrapreso un cammino comune per fare delle politiche di sostenibilità uno strumento utile per la comunità. In questa direzione si muove la ricerca dell’Osservatorio Economico e Sociale, realizzata grazie al contributo scientifico di AsVeSS – Associazione Veneta per lo Sviluppo Sostenibile che verrà presentata giovedì 27 marzo all’interno del convegno I territori di Treviso e Belluno e l’Agenda 2030. A che punto siamo? Si tratta di un primo lavoro di misurazione per comprendere come i territori delle province di Treviso e Belluno si posizionano rispetto agli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 evidenziandone gli avanzamenti, ma anche i ritardi e le difficoltà nella loro attuazione avendo attenzione a non lasciare indietro nessuno. L’analisi, su scala provinciale, presenta una fotografia chiara e dettagliata basata su 44 indicatori sintetici attinti da numerose fonti pubbliche, in primis l’Istat, che consentono di misurare per ogni obiettivo, il posizionamento di Treviso e Belluno in rapporto alla media nazionale negli anni 2021 o 2022 indicata con il valore 100.  Fra i punti di forza, dove i territori delle provincie di Treviso e Belluno presentano una media migliore di quella nazionale, figurano il lavoro dignitoso (TV 120,4, BL 125,1), con l’incrocio di più indicatori sul mercato del lavoro – tasso di occupazione, presenza di giovani tra i 15 ed i 29 anni che non studiano e non lavorano, retribuzione media – e l’economia circolare (TV 124,3, BL 110,8) che registra la percentuale di raccolta differenziata dei rifiuti urbani e la quantità di rifiuti urbani prodotti pro capite (kg per ab.). Questi dati riflettono l’attrattività del territorio in termini di opportunità lavorative e la buona nella gestione dei rifiuti. Indicatori sopra la media nazionale per entrambe le province anche per quanto riguarda la riduzione delle disuguaglianze (TV109,8, BL 106,7). L’obiettivo salute e il benessere registra un valore positivo a Treviso (105,4) mentre il dato bellunese è in linea con la media nazionale. A Belluno invece l’indicatore relativo al consumo di suolo registra un valore molto sopra la media (126,9) in ragione delle caratteristiche montuose del territorio e una più ridotta popolazione, valore che è invece molto negativo per la provincia di Treviso (72,4). Fra i punti di debolezza, in cui si registra un dato inferiore alla media nazionale, i due territori hanno in comune, seppur con valori diversi, obiettivi quali: l’istruzione di qualità (TV 79, BL 90,8), calcolato dalla sintesi tra gli indicatori sulla partecipazione alla formazione continua, la % di laureati e altri titoli terziari e di bambini di 0-2 anni che usufruiscono di servizi per l’infanzia e dalla presenza di biblioteche; le città sostenibili (TV 89, BL 93,5) se a Belluno in negativo pesa l’indicatore posti-km offerti dal trasporto pubblico locale (Tpl), a Treviso il problema è legato ai livelli di sforamenti del Pm10 che restano molto preoccupanti. Anche l’obiettivo industria, innovazione e infrastrutture risulta essere per entrambi i territori sotto la media nazionale (TV 91,9, BL 78,5). «I Rapporti di posizionamento – sottolinea Giorgio Santini, presidente di AsVeSS – fanno parte del percorso che stiamo realizzando a livello territoriale per misurare la distanza dal raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità e stimolare un maggior impegno da parte delle Istituzioni, ma anche delle realtà economiche e sociali, perché quanto fatto finora non è sufficiente».  Oltre a misurare a che punto siamo, il lavoro di ricerca ha realizzato anche due focus di approfondimento e alcuni momenti di ascolto di esperienze realizzate nei territori provinciali dedicati rispettivamente alla dimensione sociale della sostenibilità, con riferimento al Goal 8 Lavoro dignitoso e crescita economica, e alla dimensione ambientale con riferimento al Goal 7 Energia pulita e accessibile. Per l’obiettivo 8 l’attenzione è stata rivolta ai c.d. NEET, giovani che non studiano e non lavorano, fenomeno che negli ultimi anni ha assunto un ruolo centrale nel dibattito sulle politiche giovanili e sul mercato del lavoro, rappresentando una delle sfide più urgenti per il sistema educativo e socio-economico. Il lavoro di indagine si è focalizzato sulla comprensione del fenomeno nelle province di Treviso e Belluno analizzando il contesto economico, sociale e culturale, ma soprattutto riportando le esperienze dirette di giovani NEET e le testimonianze di educatori, orientatori, insegnanti e altri professionisti che operano sul territorio.  Lo studio evidenzia come questa condizione non è semplicemente il risultato di una scelta individuale, ma spesso è il prodotto di un insieme complesso di fattori che interagiscono tra loro. Da un lato, esistono barriere legate alle trasformazioni del mercato del lavoro, che negli ultimi decenni ha visto una crescente precarizzazione delle opportunità professionali e una maggiore richiesta di competenze sempre più specialistiche. Dall’altro, il sistema educativo fatica spesso a rispondere in modo efficace alle esigenze di orientamento e accompagnamento, lasciando alcuni giovani privi di strumenti per comprendere le proprie inclinazioni e per identificare percorsi coerenti con le proprie aspirazioni e capacità. A questi fattori si aggiungono dinamiche sociali ed economiche che possono incidere pesantemente sul percorso di vita di un giovane. Per l’obiettivo 7, il focus realizzato offre una ricognizione approfondita sullo stato attuale del sistema energetico nelle province di Treviso e Belluno considerando sia il contesto passato sia quello futuro, in un periodo di transizione energetica epocale. L’attenzione è rivolta in particolare alle innovazioni tecnologiche e al loro impatto sul territorio, nonché a identificare le relazioni tra il territorio e le fonti energetiche più promettenti, rappresentate dal fotovoltaico e dalle biomasse ligneo-cellulosiche, con l’obiettivo di valorizzare le risorse locali e favorire lo sviluppo di soluzioni sostenibili. Lo studio attraverso una valutazione quantitativa degli impatti derivanti dalle politiche energetico-ambientali ha inteso identificare i settori più determinanti, i bisogni infrastrutturali e le aree di intervento prioritario per accompagnare la transizione in un panorama energetico sempre più complesso e incerto. In questa prospettiva sarà fondamentale una collaborazione sempre più stretta tra istituzioni, cittadini e imprese valorizzando al meglio le opportunità derivanti da una serie di strumenti incentivanti quali il recente programma Transizione 5.0, le agevolazioni previste dal Conto Termico (con l’aggiornamento alla versione […]

  • Una delle funzioni storiche del diritto è stata bilanciare gli interessi in gioco nel mondo del lavoro e della produzione, e nello specifico fra le esigenze delle imprese e quelle della tutela del lavoro, avendo riguardo all’obiettivo della giustizia sociale. Tiziano Treu Gli appunti di Giorgio Santini. Nella più recente newsletter dell’associazione, Il presidente di AsVeSS ci guida all’interno del quaderno “Il diritto del lavoro e il ruolo della contrattazione collettiva per lo sviluppo sostenibile” curato da Asvis. Lo svolgimento delle funzioni del diritto del lavoro e la contrattazione collettiva ha risentito, nei decenni passati e soprattutto negli ultimi anni, delle forti trasformazioni intervenute nel contesto economico e sociale oltreché nelle scelte degli attori quali parti sociali-imprese-lavoratori-istituzioni pubbliche. Le due transizioni gemelle, digitale e ecologica, hanno introdotto una discontinuità senza precedenti non solo nel contesto ma negli obiettivi, nelle strutture e nelle condizioni di attività dei lavoratori e soprattutto delle imprese: Le implicazioni della transizione ecologica e della sostenibilità ambientale mettono alla prova gli istituti tradizionali del diritto e delle politiche del lavoro condizionando fortemente gli stessi orientamenti delle parti sociali. L’emergenza ecologica – di cui quella climatica è solo una delle molteplici manifestazioni – è il fattore più sconvolgente legato ad una emergenza scientificamente conclamata.È d’obbligo una forte azione collettiva per la tutela dell’ambiente con un cambio di passo in termini di efficacia degli obiettivi, dei processi decisionali pubblici e privati e degli stessi modelli di sviluppo economico e sociale. Giorgio Santini L’ambiente va difeso dal collasso degli ecosistemi e dal permanente rischio rischio di una vera e propria emergenza ecologica, vere e proprie minacce esistenziali per l’umanità intera. La minaccia della violazione dei limiti planetari a causa dell’azione dell’uomo è stata recepita dalle istituzioni nazionali ed europee con una serie sempre più ampia di normative e politiche per favorire e rafforzare la sostenibilità nei luoghi di lavoro. Un livello elevato di tutela dell’ambiente e il miglioramento della sua qualità devono essere integrati nelle politiche dell’Unione e garantiti conformemente al principio dello sviluppo sostenibile. Articolo 37, Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea Un vero e proprio salto di qualità si è’ verificato con la costituzionalizzazione dell’ambiente come diritto previsto dall’ Articolo 37 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea secondo cui la protezione e il miglioramento dell’ambiente deve essere integrato nelle politiche europee in coerenza con il principio dello sviluppo sostenibile, recepito anche dalla decisione della Corte Costituzionale italiana n.641/87. Più recentemente nel 2022 in Italia è’ stato modificato l’Articolo 9 della Costituzione, prevedendo esplicitamente che la Repubblica «Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione. Tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni». Le resistenze alcambiamento sono particolarmente forti e diffuse perché gli obiettivi di sostenibilità ambientale contrastano con prassi produttive, abitudini di consumo e categorie concettuali consolidatesi nella storia del nostro sviluppo. Tiziano Treu Con queste decisioni si va rafforzando un nuovo principio regolatore secondo cui il bilanciamento non è più da ricercarsi solo tra il capitale e il lavoro ma tra il capitale, il lavoro e la natura. La realtà del sistema economico, produttivo e lavorativo è tuttavia ancora lontana da ciò che prevede il nuovo dettato costituzionale. Per questo motivo le imprese dovranno dar vita ad un vero e proprio salto di qualità per rendere effettiva la tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori nelle diverse realtà del sistema economico. Il Parlamento e il Governo dovranno garantire l’effettiva realizzazione delle misure di prevenzione e di tutela del lavoro, garantendo innanzitutto una formazione continua ai lavoratori e agli imprenditori sulla prevenzione dei rischi e sul rigoroso rispetto delle normative in materia di sicurezza. Un ruolo fondamentale in questo contesto dovrà essere assunto dalla contrattazione collettiva a livello nazionale ma ancor di più nella contrattazione decentrata con la rendicontazione delle imprese come vettori strategici dello sviluppo sostenibile e con l’assunzione degli obiettivi dell’agenda 2030 sulla qualità dell’occupazione, la sicurezza sui luoghi di lavoro, la effettiva parità sul lavoro e sui salari tra donne e uomini e l’economia circolare. Il contributo delle parti sociali può giovarsi di una rinnovata concezione e pratica della partecipazione, cioè di un’interazione coinvolgente nelle vicende delle imprese fra rappresentanti dei lavoratori e management aziendale, con le loro conoscenze ed esperienze. Se la sostenibilità non è più solo un elemento esterno condizionante le attività aziendali, ma un suo parametro fondamentale, anche la partecipazione deve interiorizzare gli obiettivi, i contenuti e il linguaggio necessari a renderla perseguibile. Tiziano Treu Su questi temi, delle trasformazioni in atto nel mondo del lavoro, AsVeSS ha avviato una riflessione e un confronto insieme con alcune associazioni datoriali e organizzazioni sindacali della piccola e microimpresa con la realizzazione di un importante percorso formativo per diffondere ed estendere la cultura e la pratica della sostenibilità sociale nei luoghi di lavoro e nella società.

  • Nella primavera 2024 i giornalisti de la Difesa del popolo approfondirono i temi legati alla sostenibilità delle aziende. Un percorso duplice, attento ai dati e alle norme ma anche rivolto a realtà come Sirmax, specializzata in upcycling, cioè il riutilizzo della plastica. «Il Goal 9 si caratterizza di una certa urgenza e che, trasversalmente, abbraccia imprese, innovazione e per l’appunto infrastrutture. – scrive il giornalista Giovanni Sgobba nel suo articolo introduttivo al numero dell’inserto – Eppure, secondo i risultati del sondaggio Ipsos, il Goal 9 si colloca al 15° posto nella classifica delle priorità dell’opinione pubblica italiana sui 17 Obiettivi dello sviluppo sostenibile». A fare il punto è però, come sempre, l’infografica di pagina 3 che riesce a trasferire in immagini la situazione della nostra Regione: infrastruttura digitale ma anche trasporto merci su ferrovia e per finire l’acqua, dispersione idrica e necessità di nuovi investimenti. Leggi il numero integrale di Mappe ➡️ QUI Le due transizioni gemelle, digitale e ecologica, hanno introdotto una discontinuità senza precedenti non solo nel contesto ma negli obiettivi, nelle strutture e nelle condizioni di attività dei lavoratori e soprattutto delle imprese. Lo spiega Giorgio Santini, presidente di AsVeSS, nella newsletter di marzo inviata agli iscritti dell’Associazione, riprendendo il Il nuovo Quaderno ASviS “Il diritto del lavoro e il ruolo della contrattazione collettiva per lo sviluppo sostenibile”. mappe210424Download

  • Al principio del 2024 i giornalisti de la Difesa del popolo chiudevano uno dei numeri più interessanti dell’inserto Mappe, legato al lavoro dignitoso. A distanza di un anno è tempo di bilanci ideali ma anche pratici e di farsi alcune domande: abbiamo fatto abbastanza per rendere davvero più giusto e sostenibile il mondo del lavoro? «Serve un equilibrio tra la dimensione ecologica, quella economica e quella sociale – spiega Luigi Lazzaro, presidente regionale di Legambiente e membro del direttivo di AsVess, intervistato da Donatella Gasperi – e la gestione dei rifiuti in Veneto è un esempio di quale sia un contributo che risponde all’obiettivo del Goal 8. Certo ci sono anche situazioni che ancora non hanno messo in campo la transizione ecologica dei modelli produttivi come, per esempio, nel caso dei Pfas, dove non si sta pensando a cambiare materia di approvvigionamento e studiare e applicare prodotti e metodi che non creino problemi ambientali». Leggi il numero integrale nel sito de la Difesa: https://shorturl.at/j88i7+ È una visione di sostenibilità a tutto tondo, integrale, quella che si racconta nelle pagine giornale e che cerca di tenere insieme la situazione congiunturale del lavoro con le sue prospettive di frontiera. Come l’intelligenza artificiale, rivoluzione tanto veloce quanto dirompente di cui ancora riusciamo solo a intuire i contorni e le implicazioni nelle nostre scelte quotidiane. Quel contenuto che abbiamo visto e condiviso sui social sarà vero oppure è creato con l’utilizzo di un’AI? E quel bigliettino di auguri, così formale e un po’ asettico, l’avrà scritto il nostro collega o sarà figlio della prolifica quanto distaccata penna di chatGPT? «Dobbiamo stare vicini alle famiglie nella scelta della formazione dei figli – riflette Paolo Gubitta, docente di organizzazione aziendale all’Università di Padova nonché membro del comitato scientifico della Fondazione Lanza e di Asvess – perché se andiamo a prendere i lavori in crescita di quest’anno secondo le analisi del World economic forum e li confrontiamo con quelli di cinque anni fa, la famiglia media viene assalita dal dubbio di aver sbagliato tutto». Ma se la tecnologia interroga tutti per le scelte future, Francesca Campanini nel suo articolo sui diritti delle donne lavoratrici riporta l’attenzione sulle problematiche cogenti di un mondo del lavoro ancora fortemente squilibrato. «Nel 2022, per esempio, in Veneto il 34,8 per cento delle donne lavorava in regime di part-time, di cui il 12,3 per cento involontariamente, a fronte di un 6,1 per cento di lavoratori part-time uomini, di cui solo il 3 per cento è ricorso a questa opzione per via dell’impossibilità di trovare un lavoro a tempo pieno. – scrive Campanini – I dati sui gap retributivi sono ancora più eclatanti: in media in Veneto nel 2019 un uomo guadagnava 150 euro in più al mese rispetto a una donna». Bassa efficienza, crescita salariale ferma al palo, part time involontari e discriminazioni in termini salariali e di opportunità di crescita. C’è ancora molto su cui lavorare in questo 2025 che verrà. Gianluca Salmaso 04-280124 MAPPE_

Contributi di riflessione

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di ASVIS- 14/03/2022 – Il nostro Paese rischia una grave crisi sul mais. Se ne è discusso su Radio Radicale nella rubrica ASviS condotta da Manieri e Viettone, ospiti Riccaboni,[…]

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Gruppi di lavoro

CITTÀ, PERIFERIE, TERRITORIO

Coordina Matteo Mascia

Il lavoro di riflessione, discussione ed elaborazione intende soffermarsi sullo sviluppo di un sistema di trasporti accessibile e sostenibile e su un’urbanizzazione senza consumo di suolo.

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ECONOMIA CIRCOLARE

Coordina Paolo Gurisatti

A partire dalla realtà veneta il gruppo di lavoro intende approfondire quali sono gli strumenti di valutazione del grado di circolarità/responsabilità di un sistema economico (azienda, settore o territorio) e contribuire alle politiche da porre in atto per incentivare l’innovazione.

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LAVORO SOSTENIBILE

Coordina Paolo Gubitta

In questa prima fase il gruppo ha concentrato la sua attenzione su due ambiti particolarmente rilevanti per la regione Veneto: formazione e lavoro povero.

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SOSTENIBILITÀ DEMOGRAFICA

Coordina Gianpiero Dalla Zuanna

La certificazione dei dati sulla consistenza delle classi di età a livello generale evidenzia che la questione demografica è un fattore importante per la promozione della sostenibilità anche in Veneto. Di questo si occupa il gruppo di lavoro.

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